Pantheon
Sono un uomo ferito. E me ne vorrei andare. E finalmente giungere, Pietà , dove si ascolta L'uomo che è solo con sé.
Io, non so chi sono. Io non so che anima ho. Quando parlo con sincerità non so con quale sincerità parlo. Sono variamente altro da un io che non so se esiste. Sono fedi che non ho. Mi prendono ansie che ripudio. La mia perpetua attenzione su di me mi indica tradimenti d'anima di un carattere che forse non ho, e neppure essa crede che io abbia. Mi sento multiplo. Sono come una stanza dagli innumerevoli specchi che distorcono in riflessi falsi un'unica anteriore realtà che non è nessuno ed è in tutti.
Io mi sento vivere vite altrui, in me, incompletamente come se il mio essere partecipasse di tutti gli uomini.
E mi sento esiliato in mezzo agli uomini. Ma per essi sto in pena. Non sarei degno di tornare in me?
C'è fra me e il mondo, una nebbia che mi impedisce di vedere le cose come sono veramente - come sono per gli altri. Lo sento.
Ho popolato di nomi il silenzio. Ho fatto a pezzi cuore e mente Per cadere in servitĂą di parole? Non ho che superbia e bontĂ .
Resterò l'Inferno di essere Io. Non sarò ne Dio, ne uomo, ne mondo, puro vuoto, infinito di Nulla cosciente, paura senza nome, bandito dallo stesso mistero, dalla stessa Vita. Abiterò eternamente il deserto morto di me, errore astratto della creazione che mi ha lasciato indietro.
ArderĂ in me eternamente, inutilmente, l'ansia del ritorno a essere.
Regno sopra fantasmi. O foglie secche, Anima portata qua e lĂ ...No, odio il vento e la sua voce Di bestia immemorabile.
Non potrò sentire perché non avrò materia con cui sentire, non potrò respirare allegria, o odio, o orrore, perché non ho nemmeno la facoltà con cui sentire, coscienza astratta nell'inferno del non contenere niente, assoluto, eterno! Senza Universo. Vuoto di Dio...
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