Vestivi bene, quel giorno in piazza, insieme a noi c'era una tua nuova ragazza, vestivi bene con il cappello di borsalino, per la mano una donna nuova e quello stupido bambino. Che strano tipo di autorità, farmi fare il giro di tutti i bar della città. Che strani amici rubacuori, e che occhi per le donne, che discorsi da giocatori.
Favero Favero, che cosa mi avrai insegnato, con quella tua vocazione, da mantenuto, da sbandato e quale esempio? Quale educazione? Grande campione d'aperitivo, sempre giovane vitellone. Che strana vita, a braccio di ferro, tra il saggio splendido e l'uomo senz'accento, che strano amore, tra padre e figlio, facciamo a chi è più eroe, dai, facciamo a chi è più coniglio.
Cosa mi tocca oggi di ricontare, ancora facciamo a gara come voglia di lavorare. Professionista del tradimento, sei sempre stato un mistero e mai mai un documento.
Favero Favero, sempre estraneo sempre fuori dalla girandola della vita e dall'obbligo degli amori. Sei lontano, sei lontano e così sia, ma sarò io tua brutta copia oppure tu lo eri della mia.