Voce fuori campo:] Chi sei? [G:] Mah, non so. [Voce fuori campo:] Chi sei? [G:] Sono un non so. [Voce fuori campo:] L’ironia è un’arma della borghesia. Chi sei? [G:] Sono… sono uno che scrive. [Voce fuori campo:] Ah, sei un poeta! [G:] Beh, chiamami come ti pare. [Voce fuori campo:] Un poeta rivoluzionario? [G:] Sì, rivoluzionario. [Voce fuori campo:] E di cosa parli? [G:] Parlo dell’uomo, dei suoi rapporti, dell’amore, parlo di un albero… [Voce fuori campo:] Ah, di un albero, ero lì che ti aspettavo! Ma non lo sai che parlare di un albero in tempo di rivoluzione è come tradire la rivoluzione? [G:] C’è la rivoluzione? [Voce fuori campo:] Non fare lo spiritoso! Parlavo dell’impegno, dell’impegno ideologico. [G:] Questa l’ho già sentita. [Voce fuori campo:] L’hai già sentita ma non l’hai imparata. [G:] Non è che non l’ho imparata, è che a me non interessa il cervello che va, va, chissà dove… deve passare di qui, dentro. È l’istinto che mi interessa, lo stomaco! [Voce fuori campo:] Ah, lo stomaco, ero lì che ti aspettavo! [G:] Eh ma tu mi aspetti sempre da tutte le parti! [Voce fuori campo:] Per forza, fai ancora il discorso sui sentimenti, sui dolori… lo so dove vuoi arrivare. Ma credi veramente di servire a qualcosa? [G:] Mah, non so. Servo a qualcosa? Dite, ditelo voi, servo a qualcosa?… non dicono. [Voce fuori campo:] Non servi a niente! Sei un poeta borghese. Ti rinchiudi in te, non riesci a tirare fuori un’idea, modificarla, cambiarla. [G:] Un’idea, modificarla, cambiarla, elaborarla… ci vuole mica tanto! È cambiarsi davvero, è cambiarsi di dentro che è un’altra cosa!