I matti vanno contenti, tra il campo e la ferrovia. A caccia di grilli e serpenti, a caccia di grilli e serpenti. I matti vanno contenti a guinzaglio della pazzia, a caccia di grilli e serpenti, tra il campo e la ferrovia. I matti non hanno più niente, intorno a loro più nessuna città, anche se strillano chi li sente, anche se strillano che fa. I matti vanno contenti, sull'orlo della normalità, come stelle cadenti, nel mare della Tranquillità. Trasportando grosse buste di plastica del peso totale del cuore, piene di spazzatura e di silenzio, piene di freddo e rumore. I matti non hanno il cuore o se ce l'hanno è sprecato, è una caverna tutta nera. I matti ancora lì a pensare a un treno mai arrivato e a una moglie portata via da chissà quale bufera. I matti senza la patente per camminare, i matti tutta la vita, dentro la notte, chiusi a chiave. I matti vanno contenti, fermano il traffico con la mano, poi attraversano il mattino, con l'aiuto di un fiasco di vino. Si fermano lunghe ore, a riposare, le ossa e le ali, le ossa e le ali, e dentro alle chiese ci vanno a fumare, centinaia di sigarette davanti all'altare