Non sarĂ il canto delle sirene che ci innamorerĂ , noi lo conosciamo bene, l'abbiamo sentito giĂ , e nemmeno la mano affilata, di un uomo o di una divinitĂ . Non sarĂ il canto delle sirene in una notte senza lume, a riportarci sulle nostre tracce, dove l'oceano risale il fiume, dove si calmano le onde, dove si spegne il rumore. Non sarĂ il canto delle sirene, ascoltaci o Signore. Mio padre era un marinaio, conosceva le cittĂ , mio padre era un marinaio, partito molti mesi fa. Mio figlio non lo conosce, mio figlio non lo saprĂ , mio padre era un marinaio, partito molti mesi fa. Non sarĂ il canto delle sirene, nel girone terrestre, ad insegnarci quale ritorno, attraverso alle tempeste, quando la bussola si incanta, quando si pianta il motore. Non sarĂ il canto delle sirene ad addormentarci il cuore, quando l'occhio di Ismaele si affaccia da dietro il sole, e nella schiuma della nostra scia qualcosa appare e scompare. Non sarĂ il canto delle sirene che non ci farĂ guardare. Mio padre era un marinaio e andava a navigare, se l'è portato il vento, se l'è portato il mare. Mio padre era un marinaio, girava le cittĂ , mio figlio non le conosce, ma le conoscerĂ . Non sarĂ il canto delle sirene che ci addormenterĂ , l'abbiamo sentito bene, l'abbiamo sentito giĂ , ma sarĂ il coro delle nostre donne, da una spiaggia di sassi. SarĂ la voce delle nostre donne, a guidare i nostri passi, i nostri passi nel vento, e il vento ci prende per vela. SarĂ di ferro la sabbia, sarĂ di fuoco la terra. Ascoltaci o Signore, perdonaci la vita intera. Mio padre era un marinaio, conosceva le cittĂ , partito il mese di febbraio di mille anni fa, mio figlio non lo ricorda, ma lo ricorderĂ , mio padre era un marinaio, mio figlio lo sarĂ