Giocano i bambini, giocano i bambini fra carcasse d'auto, lavatrici e copertoni, giocano i bambini, giocano i bambini, nascosti in fondo a un pozzo dove annegano i pensieri. E il vento se li porta e il vento li accompagna, carico di mare e di cattivi odori. Il vento è un sogno grande che arriva da levante, racconta le sue storie e poi scompare all'orizzonte.
E corre corre il tempo e balla a piedi nudi, sopra le auto rubate che brillano alla luna, e sull'asfalto gonfio di caldo e di sudore, di mosche e di zanzare, di vino e facce al sole. E scendono le stelle truccate come neve, con maschere d'argento e tutti i denti in mostra e portano preghiere e canzoni da suonare, quando l'inverno arriva ed ogni notte è una scommessa.
Hanno occhi ritagliati dentro facce da serpente che dicono di storie di cui non c'è da perdere niente, sono gonne colorate, sono mani sempre pronte, a scommettersi il futuro in cambio della buona sorte.
E gira gira il sole fra cantilene strane urlate a piena voce fra i sedili della metro, fra vecchie fisarmoniche mai stanche di suonare, che si aprono e si chiudono per chi le vuol sentire. E a notte sono fuochi che si alzano oltre il muro che scaldano fortune indifferenti al falso e al vero che brillano negli occhi e nell'eco lontana di parole incomprensibili urlate contro il cielo.
Sono ladri, banditi, straccioni, delinquenti, vagabondi, senza terra, sporchi e strafottenti, sempre meglio di cravatte, di colletti e denti bianchi, che se con una mano danno, con l'altra pre[]ndono per venti.