Non scrivi più, e non ti sento più, so quel che fai e ho un po' paura, sai. Son senza sole le strade di Rosario, fa male al cuore avere un figlio straordinario: a saperti là sono orgogliosa e sola, ma dimenticarti... è una parola...
Bambino mio, chicco di sale, sei sempre stato un po' speciale, col tuo pallone, nero di lividi e di botte, e quella tosse, amore, che non passava mai la notte; e scamiciato, davanti al fiume ore e ore, chiudendo gli occhi, appeso al cuore.
O madre, madre, che infinito, immenso cielo sarebbe il mondo se assomigliasse a te! Uomini e sogni come le tue parole, la terra e il grano come i capelli tuoi.
Tu sei il mio canto, la mia memoria, non c'è nient'altro nella mia storia, a volte sai, mi sembra di sentire la "poderosa" accesa nel cortile: e guardo fuori: "Fuser, Fuser è ritornato!", e guardo fuori e c'è solo il prato.
O madre, madre se sapessi che dolore! Non è quel mondo che mi cantavi tu: tu guarda fuori, tu guarda fuori sempre, e spera sempre di non vedermi mai; sarò quel figlio che ami veramente, soltanto e solo finchè non mi vedrai.