Rossana, Rossana, non ce la faccio più a vivere col cuore dentro al naso; lontana lontana bellezza che eri tu, lo specchio per sorridere di me.
Io sono quello di ieri che ti cantava nella notte, e ho nelle mani soltanto stelle rotte: l'ombra perduta tra i rami che non potevi mai vedere, mentre quell'altro saliva e ti faceva l'amore, l'amore, l'amore...
Rossana, Rossana, il tempo vola e va, non è più tempo di chiamarti amore; Rossana, Rossana, che brutta eternità desiderarti e non averti mai.
Io sono l'altro di ieri che non cantava nella notte, aprivo solo la bocca, facevo finta forte; e ti ho bagnato d'amore che non ne ho più nessuna voglia: mentre quell'altro sognava, sognava dietro la soglia, sognava
Rossana, Rossana, che fame, amore mio, ma quante bocche avevi e quante mani? Vicina, vicina ancora e sempre più, che bello fu distruggerci così.
Rossana, Rossana, adesso non lo so se ho vinto io o lui che ti sognava: Rossana, canzoni che non ha scritto mai, ma ripeteva all'infinito te.