Giovane fui nel tempo che le ragazze non la davan mai, se la tiravan tutti da intellettuali che nemmeno sai; ho appreso dalla vita l'amaro frutto della vanità, mi sbellico dal ridere per chi ha letto in me la verità: chiedo clemenza ai giudici come un gesto di carità.
Tango, vorrei sorridere ma piango, vorrei partire ma rimango incatenato a me; Tango, sono un perdente ma di rango e se ho la testa giù nel fango la tiro sempre su.
Scettico mi fe' il mondo, ma solo scettico e neanche blu, spargo insincere lacrime su tutto quello che non torna più; ho consumato l'ultimo amaro calice del piacer giro di notte assorto più da imbranato che da viveur, coltivo come un fiore la mia raggiante misantropia...
Tango, vorrei soffrire ma mi tengo, e poi che cosa me la piango? Ragioni non ce n'è. Tango, sono un perdente ma di rango e se ho la testa giù nel fango la tiro sempre su.
Tango, sono uno scettico di rango e poi nemmeno ce l'ho lungo, sempre se ancora c'è; Tango, sono un perdente, ma di rango, e se ho la testa giù nel fango, la tiro sempre su.